Autore:
Massimo Donini
Titolo [Ita]:
Iura et leges. Perché la legge non esiste senza il diritto
Title [Eng]:
Iura et leges. Why the law does not exist without the right
Data pubblicazione: 2019
Fascicolo: LVIII - anno: 2019/2 - pp. 45-78
Lingua: Italiano.
DOI: 10.1400/275517
Abstract [Ita]
Lo studio illustra l’impossibilità della legge senza il diritto: la sua assenza di contenuto cognitivo senza l’interpretazione e il contesto ermeneutico, decisorio e istituzionale del diritto che fonda la razionalità della lex oltre il suo momento prescrittivo, soggetto al principio maggioritario o assembleare.
Dalla fondazione romanistica del ius, e dalla compilazione giustinianea di iura et leges, la coppia concettuale legge e diritto, oltre quella di legge e diritti (law and rights), viene illustrata sia storicamente e sia teoricamente come un aspetto decisivo per comprendere il diritto dei giuristi, quello giurisprudenziale, quello comparato, quello applicato o semplicemente narrato.
Ne emerge il superamento delle concezioni volontaristiche, ma anche linguistiche e analitiche del diritto, a favore di un realismo in cui il ius resta sempre il ius di una lex, positivo dunque, benché affrancato dal vincolo religioso o sacrale della lex. Il ius resta positum anche se riempito di contenuti che la lex non può interamente predefinire: la sua razionalità non è mai quella di una maggioranza votante ma non è tale da dissolvere la lex in un commento deformalizzato.
Abstract [Eng]
The study illustrates the impossibility of law as written or customary rule without law as rationality: the absence of cognitive content of the statutory law without the interpretation and the hermeneutical, decision-making and institutional context of the ius that founds the rationality of the lex beyond its prescriptive moment, subject to the majority or assembly principle.
From the Romanistic foundation of ius, and from the Justinian compilation of iura et leges, the conceptual couple ius and lex, beyond that of law and rights, is illustrated both historically and theoretically as a decisive aspect to understand the law of the jurists, the judge-made, the comparative, the applied or simply the narrated “law”.
What emerges is the overcoming of the voluntaristic, but also linguistic and analytical conceptions of law, in favor of a realism in which the ius always remains the ius of a lex, positive therefore, although detached from the religious or sacral bond of the lex. The ius is always positum even if filled with contents that the lex cannot entirely pre-define: its rationality is never that of a voting majority but it doesn’t dissolve the lex in an unformalized comment.
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