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Die wahre Stadt – die Stadt im Hause (dal racconto di un alessandrino)


Autore:

Vincenzo Vitiello


Titolo [Ita]:

Die wahre Stadt – die Stadt im Hause (dal racconto di un alessandrino)

Title [Eng]:

Die wahre Stadt - die Stadt im Hause (from the story of an Alexandrian)


Data pubblicazione: 2019

Fascicolo: LVIII - anno: 2019/1 - pp. 43-57

Lingua: Italiano.

DOI: 10.1400/270728


Abstract [Ita]

La narrazione di Vitiello muove dalla lettura delle Baccanti di Euripide (§ I) per terminare col commento del quadro di Éduard Manet: Un bar aux Folies-Bergère (§ IV). In mezzo la storia del complesso rapporto tra teatro e filosofia: dal ruolo del Coro nella tragedia greca all’abbandono del dialogo in filosofia per l’imporsi della parola unica della Verità (§§ I-II), sino alla nichilistica riduzione del mondo storico a “palcoscenico”(§ III). Ma questo Teatro-Mondo è tutto chiuso in sé stesso: die Stadt im Hause (“La città in casa”) – come recita il titolo di questa narrazione, con parole di Benjamin. Una casa senza finestre. Il commento finale del quadro di Manet, valendosi dell’interpretazione di Foucault, mostra in che modo nello specchio di questo Teatro-Mondo è possibile immaginare, non vedere, il volto futuro dell’Autore, del vero autore dell’opera teatrale: lo spettatore.


Abstract [Eng]

This essay develops a story which begins with a critical analysis of Euripide’s Bacchae, and ends with a commentary on Édouard Manet’s painting, Un bar aux Folies-Bergère (§ IV). In the middle of this story there’s the history of the complex relations between theatre and philosophy: from the role of the Chorus in Greek tragedy to the disuse of dialogue in philosophy due to the Self-imposition of Truth’s sole Word (§§ I-II), up to the nihilistic reduction of the historical World to a “stage” (§ III). But this World-Theatre is all closed into itself: die Stadt im Hause (“The City at home”) – as the title of this story says, in Benjamin’s Words. It is a house without windows. The final commentary on Manet’s painting, making use of Foucault’s interpretation, shows how it is possible to imagine – not to see – in the mirror of this World-Theatre the future face of the Author, the real playwright: the spectator.


 

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