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Con Celati e Wittgenstein. Casi, apparenze, ecc.


Autore:

Davide Mogetta


Titolo [Ita]:

Con Celati e Wittgenstein. Casi, apparenze, ecc.

Title [Eng]:

With Celati and Wittgenstein. Cases, appearances, etc.


Data pubblicazione: 2017

Fascicolo: LVI - anno: 2017/2 - pp. 125-139

Lingua: Italiano.

DOI: 10.1400/258176


Abstract [Ita]

Questo articolo è il resoconto di una lettura dei racconti raccolti e pubblicati negli anni Ottanta da Gianni Celati, con un’attenzione prevalente alla novella Scomparsa d’un uomo lodevole. La lettura, seguendo la narrazione, ne lascia emergere il pensiero. Questo pensiero è messo in connessione ipotetica con alcune proposizioni del Tractatus Logico-Philosophicus di Wittgenstein, uno dei filosofi più frequentati dal narratore. Inoltre, l’articolo tenta di mostrare come non soltanto il contenuto della narrazione e del pensiero siano consonanti, ma come questa consonanza sia riflessa dal ritmo stesso del narrare, mettendo in luce alcuni aspetti del suo linguaggio. Fulcro della disanima è il Leitmotiv del fluire dell’acqua e del suo esistere in due figure almeno apparentemente contrapposte: il fiume e il mare. Il tentativo di seguire Celati spingerà a mostrare come la foce del Po, dove si confondono le acque, è anche la foce del discorso: la sua incapacità di rendere ragione ultima di sé senza ricorrere ad un’ulteriore narrazione. Una narrazione che, come la lettura medesima, non rende conto di sé, del suo significare. Il problema dell’insignificanza su cui il linguaggio in quanto tale poggia è messa in relazione a ciò che Celati chiama il «buco che c’è in mezzo all’anima».


Abstract [Eng]

This article provides a reading of the stories collected and published by Gianni Celati in the 1980s. It focuses mainly on Scomparsa d’un uomo lodevole. Throughout the narration, the author’s thought comes to light. This thought is hypothetically connected to some propositions contained in Wittgenstein’s Tractatus Logico-Philosophicus, one of the narrator’s most frequented philosophers. Moreover, the article tries to show not only how the content of this narration and thought correspond, but also how this harmony is reflected in the rhythm of the narration itself, highlighting some aspects of Celati’s language. The crux of this report lies in the Leitmotiv of the flowing water and its existence in two apparently counterposed figures: the river and the sea. The attempt of following Celati gradually leads to show how the mouth of the Po river, where the river and the sea merge, is also the outfall of the discourse: the impossibility of giving an ultimate reason of itself without resorting to another narration. A narration which, like the reading itself, cannot account for itself, for its meaning. The problem of the insignificance upon which the language as such lies is related to what Celati himself names «the hole in the middle of the soul».

 

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