top of page

Call for Papers n. LXIII/1 – Fantasia, fantasticheria, mostruosità



Scadenza: 1° novembre 2023


La redazione della rivista di filosofia «Il Pensiero» seleziona contributi originali in forma di saggi e recensioni per il fascicolo dedicato al tema:

Fantasia, fantasticheria, mostruosità


Il termine ultimo per la presentazione dei contributi è il 1° novembre 2023; la risposta sarà comunicata dalla redazione possibilmente entro il 28 febbraio 2024. I contributi non dovranno superare i 45.000 caratteri, inclusi gli spazi e le note, e dovranno essere accompagnati da un abstract in italiano e in inglese, di massimo 1200 caratteri ciascuno, e 5 parole-chiave (in italiano e in inglese).


L’uscita del fascicolo è prevista per aprile 2024.


Curatore del volume: Massimo Donà – Università Vita-Salute San Raffaele, Milano.


Da sempre la fantasia degli umani è impegnata – oltre che a comprendere il reale per quello che esso sembra essere, ossia per quello che di esso appare più o meno chiaramente e distintamente – a immaginare un’altra e sconcertante realtà generata dalla deformazione fantastica della nostra esperienza ordinaria, anche se da mostri e creature improbabili è forse infestata già la nostra esistenza quotidiana – almeno secondo Rodolfo Wilcock: probabilmente, si tratta solo di saperli riconoscere!

In ogni caso, una cosa è certa: di mostri sono popolati la letteratura, l’arte, il mito e la filosofia occidentale di ogni epoca. Il Medioevo, ad esempio, è stato fucina di creature mostruose; ma anche il Rinascimento lo è stato.

In verità, esseri prodigiosi e bestiari di vario genere hanno continuato a ossessionare la nostra civiltà anche in tempi più recenti: si pensi, nel diciannovesimo secolo, alle “creature” più note, ormai parte dell’immaginario collettivo – al Frankenstein di Mary Shelley, ai Dr Jekyll e Mr Hyde di R.L. Stevenson o al Dracula di Bram Stoker. Si pensi poi, in pieno Novecento, ai racconti di Franz Kafka, o ai grandi protagonisti dell’avanguardia surrealista: le creature mostruose di Max Ernst o di Leonora Carrington, ma già quelle di Alberto Savinio, e le inquietanti creature, “mostruosamente belle”, immaginate da Boris Vian in E tutti i mostri saranno uccisi. O infine, per venire alla nostra tradizione letteraria, ai draghi di Dino Buzzati. (Ma di mostri si sarebbe rivelato pieno zeppo anche l’inconscio dissodato da Sigmund Freud).

Forse, dunque, il mostro e la mostruosità hanno a che fare con qualcosa che riguarda le sfere più essenziali e intime dell’umana psiche. E, forse, mostruose sono anche le più incredibili e improbabili architetture speculative cui ha saputo dare forma il pensiero occidentale: dallo Spirito assoluto hegeliano sino alla Struttura originaria di Emanuele Severino. Solo apparentemente “razionali”, dunque.

Da questo amplissimo materiale, che la Rivista si propone di sondare ospitando ricerche che ne dispieghino la ricchezza ma soprattutto ne esplorino le virtualità teoretiche, affiora perlomeno una domanda, che può fungere da filo conduttore del volume: se il lógos non abbia sempre avuto bisogno di mascherare il mostruoso da esso originariamente custodito e di far dunque credere, credere soltanto, che il reale sia fatto solo di logiche consequenzialità e chiarissime, ma soprattutto normalissime, relazionalità.


bottom of page