Cosa può una pura forma? Kant, Bergson e la potenza dello spazio
- Redazione | Il Pensiero
- Jun 26
- 2 min read
Author:
Alessandra Campo
Titolo [Ita]:
Cosa può una pura forma? Kant, Bergson e la potenza dello spazio
Title [Eng]:
What Can a Pure Form Do? Kant, Bergson and the Power of Space
Publication date: 2025
Issue: LXIV - 1 year: 2025/1 - pp. 119-139
Lingua: Italiano
Abstract [Ita]
Sin dal Saggio sui dati immediati della coscienza, Bergson non cessa di confrontarsi con l’idealismo trascendentale di Kant. Ne apprezza, in modo particolare, la distinzione tra forma e materia della sensibilità. Tuttavia, se può essere, ciò nondimeno, definito “l’anti-Kant” è perché, in quanto espressioni dell’intelligenza, per Bergson le forme pure della sensibilità rappresentano il più potente agente della spazializzazione della durata. Bergson, però, fraintende l’estetica kantiana, e soprattutto il suo spazio. Questo è un’intuizione più che una concezione e, se si segue il filo della riflessione critica sullo spazio, dalla prima edizione della Critica della ragion pura all’Opus postumum, è possibile rinvenirne una naturale proprietà schematica che, da un lato, richiama quella convocata da Bergson nel terzo capitolo dell’Evoluzione creatrice; dall’altro, rivela una significativa affinità tra lo spazio puro e la pura percezione con cui, in Materia e memoria, Bergson risolve il dualismo anima-corpo. L’articolo vuole approfondire questa insospettabile, e finora mai rilevata, vicinanza.
Parole chiave: Kant, Bergson, spazio, intuizione, percezione pura.
Abstract [Eng]
Bergson never ceases to confront Kant’s transcendental idealism. He particularly appreciates its distinction between form and matter of sensitivity. Nevertheless, if Bergson can be called the “anti-Kant”, it is because, according to him, as expressions of intelligence, the pure forms of sensitivity represent the most powerful agent of the spatialisation of duration. Bergson, however, misunderstands Kantian aesthetics, and especially its space. The latter is an intuition rather than a conception and, if one follows the thread of critical reflection on space, from the first edition of the Critique of Pure Reason to the Opus postumum, one can find a natural schematic property of space that, on the one hand, recalls the schematic property Bergson deals with in the third chapter of Creative Evolution; on the other, it reveals a significant affinity between pure space and pure perception with which, in Matter and Memory, Bergson resolves the soul-body dualism. This article seeks to explore this unsuspected, and hitherto undetected, closeness.
Keywords: Kant, Bergson, space, intuition, pure perception.